“Paesini”, l’importanza di internet in una frazione di dieci abitanti
In Val Boreca, più precisamente in una frazione di Zerba, si trova il paesino di Cerreto.
Qui si trova Ferruccio Arrigoni, milanese di nascita e residente in città per molti anni. Nel corso degli anni, incrociando esperienze di vita differenti, stanco del caos dell’affollata Milano, ha deciso di provare la vita di provincia.
È stato a Cerreto per una vacanza, ma non è mai tornato. Qui ha messo su famiglia con la sua compagna Albina, finendo sui giornali, arrivando ad una autonomia economica, inventandosi un mestiere.
“Lo spirito di adattamento, l’attitudine naturale al compensare una mancanza. In questo modo, il nostro, siamo stati accolti, perché molto disponibili nei confronti di una popolazione già molto anziana. Ci siamo adattati e abbiamo iniziato a sbrigare le faccende che non potevano essere svolte dai compaesani. Poi, da queste parti, ci sono tanti lavori stagionali da compiere, come tagliare la legna, la cura dell’orto. Il pane.”
È proprio il suo pane che lo ha reso noto in Val Boreca, sino a Piacenza. Riattivando un forno già esistente a Cerreto ha imparato il mestiere, preparando e cuocendo pane artigianale per oltre vent’anni.
Nello stesso anno in cui è nata Benedetta, terza di tre figlie, e oggi è l’ultima ragazza della Val Boreca.
Benedetta racconta: – “Crescere in un paese dove ero l’ultima bambina è stato come avere un cortile di gioco grande come il paese stesso. È stato bello aver avuto molti nonni, avere la loro attenzione, l’affetto, la confidenza di Nonna Tunia (la sua preferita), Nonno Liò, Mario, Caterina, Augusto e gli altri.
Essendo la più giovane sono comunque un punto di riferimento, per gli altri, come lo sono stati loro per me sin da piccola; ho molte cose da sbrigare per gli altri e anche questo mi fa sentire che questa sia casa mia.
Prima o poi rimarrò sola in paese, essendo tutti gli altri anziani ed io l’ultima ragazza della valle. Tra un po’ di anni sarà un paese vuoto e dovrò capire che scelta fare. Non ho ancora chiaro dove sarà il mio futuro, insieme al mio ragazzo. Sicuramente il lavoro, non quello stagionale o saltuario come oggi, sarà un punto importante per capire anche le prossime scelte della mia vita.
La casa per me è tutto ciò che vedi, i vicoli, la piazzetta, il verde del paese.
Ho iniziato ad usare internet nel 2014, in seconda media, per necessità scolastiche (la scuola primaria e secondaria è a 10′ e le superiori a oltre 40′ di strada) ma non ho mai usato il telefono o i social media come passatempo se non per un utilizzo funzionale.
A Milano sono andata per la prima volta a diciassette anni, a trovare mia sorella, e ho sentito la forte differenza con casa mia, non ho avuto una buona impressione. Una strana impressione, un po’ come vedermi circondata dalla pianura.”